E’ stato firmato nel 2023 un Patto tra Prefettura, e Sindaci della Provincia di Pesaro e Urbino per la costituzione di un sistema integrato di video-sorveglianza urbana, Patto, denominato Sophia, del quale si dà nota sul sito dell’Ufficio per il governo del territorio il 15 dicembre scorso. Non è però presente sui siti istituzionali dei Comuni, né su quello della locale Prefettura, alcun documento che informi i cittadini in maniera precisa e puntuale in merito. Il Progetto continua però ad allargare la sua portata, tanto è che sempre sul sito prefettizio è pubblicata una nota del 27 marzo scorso che informa di un accordo per l’uso integrato delle videocamere degli uffici di Poste Italiane sul territorio*, accordo che, come scritto “…consente la puntuale ricognizione e geolocalizzazione delle telecamere sul territorio e la gestione integrata dei dati, strumenti fondamentali per l’attività investigativa e di prevenzione”. Chiediamo perciò, nel contesto dei diritti garantiti dai codici per la protezione della Privacy (GDPR 2016 e Linee guida 3/2019 sul trattamento dei dati personali attraverso dispositivi video- EU, 2020 e seguenti) e dal recente Atto EU (Guidelines on Data Protection Impact Assessment (DPIA)-2017 e AI EU (01/2024), che vengano resi accessibili il Protocollo e il Regolamento attuativo del progetto. Chiediamo che sia anche resa nota la Valutazione di impatto dei sistemi, in modo da poter conoscere in dettaglio la struttura di garanzia della privacy, compreso quindi il nome dei gestori appaltati dei sistemi IT e AI, l’iter di tutela dei dati personali, la modalità dell’uso di sistemi di rilevazione biometrica come il sistema SARI e le opportune garanzie che non vengano raccolti dati biometrici per arricchimento di banche dati senza il consenso dei cittadini. Ciò nell’interesse collettivo di tutela delle libertà personali, sempre pari se non superiore all’interesse generico di tutti noi al “controllo del territorio”. Pensiamo che sia indispensabile che si pongano dei limiti alla videosorveglianza massiva, limitando quindi il rischio di usi impropri, hackeraggio o cessione dei dati, uso a fini di sorveglianza sociale in caso di decadimento delle libertà civili. Ci associamo quindi alla campagna di portata europea “Reclaim your Face” contro l’uso massivo e sproporzionato della biometria di riconoscimento facciale. La campagna ha già chiesto al Garante di monitorare l’uso di sistemi di riconoscimento biometrico da parte dei comuni italiani; ha chiesto inoltre al Garante di chiudere nel più breve tempo possibile l’istruttoria aperta ormai da due anni sul sistema di polizia SARI Real-Time e sospendere il sistema ed al Ministero dell’Interno di pubblicare tutte la valutazioni degli algoritmi utilizzati, dei numeri sull’utilizzo del sistema, e di tutti i dati relativi alla tipologia di volti presenti nel database usato da SARI. Inoltre Reclaim your Face ha chiestoa tutte le città metropolitane di impegnarsi a sospendere ogni eventuale progetto di riconoscimento facciale/biometrico avviato e di vietare l’introduzione di tali tecnologie nel contesto pubblico cittadino. Non vogliamo vivere in una società nella quale il controllo dall’alto sembra l’unico investimento utile. Ti proponiamo quindi di firmare la petizione e associarti alla richiesta da inviare a Prefettura e Comuni in provincia di Pesaro!
Petizione a cura di Rimarchevole e di Obbligodigitale.it